martedì 18 giugno 2013

Diversamente occupati.

12maggio2013

Spesso si dice che l’acqua sia senza colore, si usa come esempio per rappresentare il trasparente.

E’ un concetto curioso. Povero il tal “trasparente” rilegato in un angolo come se fosse una creatura senza identità, perché non classificato nello spettro dei colori.
Invece è ammirevole. Perché è anche quando non c’è.
Ed è molto di più perché è trasformabile, adattabile, cangiante e assorbente.
Come l’acqua che diventa grigia sfumatosa quando è calda, torbida e arancione quando non scorre da tempo, verde melmosa quando incontra le alghe e ancora e ancora.
Ma ormai troppo spesso siamo abituati a facili categorie che ci rendono le soluzioni più evidenti.
E’ un’idea interpretabile e accostabile a più schematizzazioni che siamo soliti recepire per rinchiudere
in caselle le condizioni umane, sociali.
Come sia effimero definire una persona, disoccupata o al lavoro.(A parte che purtroppo troppo persone al lavoro magari non sono produttive ma questa è un’altra parentesi).
Ecco, non tutte le persone disoccupate sono trasparenti. Magari sono torbide perché hanno incontrato lo scoramento di non sapere come mantenere una famiglia. Magari sono arancioni perché hanno incontrato la rabbia di non sapere più come recuperare la dignità. Ma sono molto altro, fanno altro, vivono altro.
E magari, sono acque giovani, in ebollizione, che scorrono da una parte all’altra.
Non sono bozzi vitrei in una bacinella in attesa. Sono in fermento e sono grigie e vaporose, calde per la smania di riempire vasche nuove e diverse. Acque che si buttano in tanti ruscelli con entusiasmo, umiltà e voglia di fare anche se sanno che forse non arriveranno al mare.
Ne conosco tante di acque così. Non sono trasparenti, sono colorate di tutto ciò che le attraversa.
A volte è faticoso non cedere alle paludi ma per scacciare le sabbie mobili è meglio non fermarsi e
comunque vada , scorrere.
Anche io da domani apro ancora una volta un altro rubinetto e vado ad assorbire nuovi colori.
Mi sento fresca e agitata come l’acqua di montagna.

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