giovedì 21 marzo 2013

Sul compleanno.


21381.32.80esimo giorno dell’anno.
Questo giorno è, almeno per la metà del globo, il primo giorno di primavera, simbolo di risvegli generali, nuova stagione che libera cambiamenti nelle foglie nelle menti e negli ormoni,
rappresentato dall’Ariete, animale tosto sicuro e un po’ spartano. (Anche questo almeno qui: in altra sede da approfondire il perché la stessa stagione, ad esempio in Argentina, dia spinta e innovazione agli amici meticolosi e sobri della Vergine. Disquisizioni astrali.)
Questo giorno è quindi festa della natura, in Italia almeno in voga negli anni 80 tale festa degli alberi, quando per almeno un paio di settimane a scuola dovevi impegnarti a scrivere, leggere e disegnare qualsiasi cosa affine ad arbusti e vegetazione parlante arrabbiata contro la spazzatura e lo spreco di carta, attività che terminavano per noi, in Fortezza, allora centro selvatico e fresco della nostra natura garfagnina.
E’ pure giorno, a livello meno provincialistico, di giornate mondiali contro il razzismo e per la poesia, feste rispettivamente Onu e Unesco, organizzazioni che tornano sempre nella mia vita puntuali ogni anno, per ogni concorso, per ogni test da inseguire per realizzare sogni di un’altra parallela me.
Questo è anche il giorno nazionale per la lotta contro le mafie. E’ triste pensare che servano giorni dedicati al ricordo, alla memoria, di lotte che dovrebbero essere dentro di noi taglienti, anzitutto contro le nostre illegalità, le nostre sporcizie personali…così il pensiero va a Napoli agli incontri di quel tempo quando ho provato il brivido di svegliarmi la mattina sapendo di aver dormito in un bene confiscato alla camorra.
E’ il giorno mondiale per la sindrome di Down e allora con fermezza senza retorica o presunzione posso dire che la diversità la vediamo noi quando abbiamo paura di essere nudi e ci sentiamo migliori perché lasciamo uno spazio vanitoso alla compassione, sentimento ben più facile della forza che ci vuole per accettare davvero la difficoltà di altri e scoprire in un lampo quanto siamo piccoli e fragili pur credendoci “normali”.
Oggi è pure il Nouruz, l’inizio dell’anno dei miei amici persiani e quanto vorrei essere in Iran di nuovo per dar vita a 15 giorni di gioia e feste danzanti per gridare un po’ della loro sete di libertà.
Questo è il giorno che ha messo al mondo tra gli altri, Alda Merini e Luigi Tenco e se questa data comune potesse darmi almeno uno spruzzo della loro magica follia, mi sentirei come un pavone pieno di energia.
Lo scorso anno in questo giorno è morto un ometto buffo (con rispetto ndr), scrittore, sceneggiatore e tanto altro, paroliere di sfumature dolci e ironiche…mitico Tonino Guerra che se ne è andato ma non con lui, il conosciuto ai più, caro ottimismo sale della vita. E oggi muore Pietro Mennea, che tanto ha vinto nelle sfide e nella corsa ma che è stato vinto dalla malattia.
Oggi per tanti sarà un giorno come tanti, e per tanti sarà un giorno unico, del resto ancora in questo il relativismo ha il suo perché.
Ma oggi in fondo, è anche il mio piccolo giorno, lusingato di far parte di ricorrenze ben più conosciute e importanti.Vorrei rendergli omaggio, perché, anche se in generale scettica e restia a feste comandate e obblighi di memoria, riconosco a lui tanta gratitudine.
Dicono che non cambi niente, anche se quel 2 dopo il 3 tira forte il carro con consapevole ostinazione; dicono che non cambi niente, sarò forse quella di ieri e quella che sarò domani, ma è un giorno simpatico, sempre di sole anche quando piove è c’è uggia.
A me piace ricordarlo perchè lui ricorda a me che ci sono, qui e ora, presente. Non posso esimermi dall’esserci davvero in questa avventura.
A questo punto non so neanche più in che target da sondaggio mi inserisco, so però che sono un giovane non più giovane che vive dentro la tristezza della condizione del nostro povero paese ma che ancora crede che l'obiettivo vero sia lasciare questa terra migliore di come l'abbiamo trovata.
Allora, sono qui per fare, per fare “anche”, per fare di più, cercando di non incattivirmi troppo con il mondo che non se lo merita.
E poi, qualcosa cambia, se solo un giorno serve per ricordarti tutto questo e per ricordarti -come ti dicevano da piccino- che la corsa è lunga! e che non c’è spazio per accontentarsi con rassegnazione ma solo per apprezzare con coraggio. Sarò di certo precaria nel lavoro, nel futuro e nella stabilità mentale, ma so, da buona patetica e anche un po’ banale, che ho sempre un posto fisso, in Dio, nella mia famiglia, nel mio amore e negli amici. Grazie 21 Marzo e grazie a voi!