Chi sono

La mia “storia” sino ad oggi
Breve (?) cronistoria dell’avventura di una prolissa maldestra proveniente dai boschi della Garfagnana.
31 anni, bassa, ricciola, tendente al sorriso. Ariete nata il primo giorno di primavera.
Ho da qualche anno un mio compare preferito con cui assaporare questa grande corsa.Saltando infanzia simpatica e adolescenza da responsabile ma impetuosa inizio dal raccontare da come molto è cambiato da quando, come “Tonino va in città”, partii alla volta “dell’università”.
Decisi di prendere una strada, come si dice in gergo Scout (lo sono da quando ho 11 anni). Volevo fare la giornalista. Scelsi, con convinzione Scienze della Comunicazione. Perugia è stata la mia seconda casa per cinque anni: molti libri e voglia di sapere, nuova autonomia, tante conoscenze e alcuni amici che da allora per me sono sempre presenti, anche se alcuni vivono in altre terre. Un anno da erasmus in Spagna, alla Complutense di Madrid e alcuni mesi con la conclamata sindrome da post-esperienza. A volte sono volutamente retorico-patetica ma qui non esagero dicendo che credo che quella sia una delle esperienze che di più mi hanno stravolto la vita, in positivo.

E’ arrivata la laurea,la gioia, le feste e i momenti di gloria uniti alla nostalgia preventiva del sapere quello che stavo lasciando e la tensione curiosa verso il nuovo che sarebbe arrivato.
Subito uno stage presso un ufficio stampa. Stava tornando tutto. Avrei potuto fare quello che desideravo: la scuola di giornalismo. Vi risparmio le motivazioni garbugliate che mi hanno fatto cambiare rotta. In tutti i casi, la vita è buffa e burlona e regala sempre buone sorprese. Sono volata in Argentina per un tirocinio per il Ministero degli Affari esteri, da sola. Dopo tre mesi sono tornata e con me tanti ricordi, altre visioni del mondo e nuove persone nel cuore.

Sto parlando, o meglio, scrivendo troppo vero?!Accelero: dal quel ritorno, pur non volendo “rinchiudermi” del mio paesello sperduto, ho accettato di lavorare per il mio comune. Quasi tre anni, di relazioni istituzionali, di eventi, di contatti con presidenti, amministratori e allo stesso tempo con cittadini di ogni tipo. Ho imparato a rispettare il cerimoniale e chi ha un “ruolo” ma ho imparato ad ascoltare chi i problemi li sente davvero e non si cura di sapere se sarà in prima fila o chi siederà alla sua destra. Ecco, ho capito anche che mi piace stare di più dalla parte di questi ultimi.

In piccolo, riuscivo a continuare a non slegarmi dai giornali, con comunicati e organizzazione di conferenze stampa. Ma, stavo proprio capendo che non avrei potuto continuare a lavorare in un ambito a stretto e forzoso legame con la politica. Da lì, un anno e mezzo, di altre significative occasioni di lavoro: buone o meno buone ma significative. Precaria, due mesi qui due là, ancora però ambito organizzazione manifestazioni e affini. Nel frattempo, per combattere i tempi morti, ho avuto la fortuna di fare alcuni viaggi che sono stati come bagni al cervello e me ne sono andata pure due mesi in Ungheria, ho preso il brevetto per insegnare pallavolo a bambini piccoli e iniziato a fare ore di tirocinio per poter insegnare l’italiano a persone straniere.

Mi sono poi ritrovata, per caso, dopo cv sparsi nell’etere, confesso a volte a casaccio, ad entrare in una multinazionale delle “risorse umane”, semplicemente un’agenzia per il lavoro.Un cambiamento. Account manager, relazioni commerciali e ricerca di personale per aziende clienti.
Ah, chi l’avrebbe detto, io un “commerciale”! Non è stato come vendere “folletti” anzi anche lì tutto sommato mi stavo ambientando bene bene. E’ passato più di un anno e purtroppo l’azienda non mi ha potuto inserire e così, di nuovo a casa, a ricostruire.

La disoccupazione crea disagi è vero. Sono ancora fortunata, perché non ho altri che dipendono economicamente da me però ci sono io a dipendere da me e dalla mia autonomia. Ormai vivere da sola non è ritrattabile. La disoccupazione però, regala un bene prezioso: il tempo.
Questi mesi ricevuti, a volte hanno donato e donano anche il tempo per un po’ di tristezza e di scoramento, pizzichi di stanchezza e sfiducia ma la cosa più importante è che mi hanno donato il tempo per l'amore e gli amici, prendere la famosa certificazione per insegnare l’italiano, tempo per stare con piccoli bambini che vogliono fare sport, tempo per dilettarmi in nuovi interessi e per continuare a formarmi.Nei miei percorsi "formativi" ho imparato e sto imparando molto ma cosa per me più importante è che ho la possibilità di conoscere altri mondi ed incontrare persone significative.Ed è proprio grazie ad un nuovo mondo di "mucche" e all'incontro con una persona significativa che da ora in poi sarò qui, nell'etere, con voi che (non so per qualche motivo) mi state leggendo. 
Grazie Vita.

1 commento:

  1. Mi sono commosso. Non so se da grande farai la scrittrice ma come dice Matteo: "vorrei che mi chiedessero cosa faccio e non solo cosa voglio fare da grande". Ebbene nel tuo caso la risposta è semplice. Ora stai scrivendo e le cose che scrivi e come le scrivi fa emozionare e commuovere. A me sembra un bell'inizio...
    Un abbraccio a te e a tutte le mucche al pascolo!
    Maurizio

    RispondiElimina