martedì 18 giugno 2013

Con gli occhi di chi abita le cose.

Tanti mattoncini rossi di cultura, piazze grandi e piccole,
un’università antica tra cortili, piante e personaggi illustri che l’hanno popolata.
Strade ricche di sapore fatte di tanti sassi scomposti con ordine, di cui non ricordo il nome, richiami a San Siro e a Sant’Agostino tra chiese imponenti e calde e altre sconsacrate.
Tra il giallo di Vienna, edifici ricostruiti dopo tante lotte di conquista
e bombe di liberazione.
Eco di canzoni conosciute e di leggende affascinanti davanti a un vecchio carcere, dove alcuni hanno fatto la tre giorni e altri tutto il militare.
La capitale.
Macchine da cucire, la colomba e la zuppa mentre si scopre il borgo, luogo che divideva in classi le genti e dove brave lavandaie lavoravano per chi viveva al di là del ponte.
E altro, molto altro.
Tanta storia e tanto sapere nell’accoglienza di un Cicerone appassionato, gentile e preparato.
Ecco la mia Pavia.
Grazie Fabio.

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